La storia di Al Capone, il gangster italo americano per eccellenza e (forse) il criminale più famoso di sempre.
Al Capone si unisce alle bande criminali dei South Brooklyn Rippers e poi ai Forty Thieves Juniors, per poi finire nella Five Points Gang, guidata da Johnny Torrio. È in questo periodo che conosce Lucky Luciano e Frankie Yale.
Al Capone aveva un soprannome: Scarface, “Sfregiato”. Aveva infatti una vistosa cicatrice sulla guancia sinistra, causata da un certo Frank Galluccio, che lo aveva colpito con rasoio a causa di commenti pesanti sulla sorella.
Dominava il gioco d’azzardo, la prostituzione e i racket del contrabbando della città, e continuava a espandere il suo territorio a colpi di pistola.
Numeri incredibili, se si pensa che non ricevette mai una sola accusa di omicidio.
Trovò nel proibizionismo pane per i propri denti, raggiungendo grazie al contrabbando di alcolici e alla corruzione politica americana di quegli anni una ricchezza senza precedenti.
Edgar Hoover decide di inserirlo nella lista dei più pericolosi criminali d’America,e , guarda caso, a differenza del ministro Nordio, già nel 1931, J. Edgar Hoover, come capo dell’Fbi, negli Stati Uniti ha fatto largo uso delle intercettazioni.
Fu proprio attraverso quelle che Al Capone finì alla sbarra nel 1931, dove le accuse per tutti gli omicidi caddero per la mancanza di prove e testimoni, ma furono le intercettazioni che il ministro Nordio nega con sprezzante arroganza, ad inchiodare Capone, l’evasione fiscale che gli costerà 11 anni ad Alcatraz.
Hoover, personaggio simbolo negli Stati Uniti a cui è dedicata la più colossale diga sul Colorado, a Las Vegas, Nevada, fu direttore dell’ FBI dal 1924 al 1972.
Figura controversa e mente brillante, a lui si deve la creazione di un ufficio indagini, ben diverso da tutto quello che si era visto.
Un nuovo modello di indagine, con uomini come Eliot Ness e i suoi, preparati capaci di affrontare i più pericolosi criminali, arrivando a loro attraverso metodi di indagine allora ancora sconosciuti o non ritenuti utili.
Le intercettazioni in primis e poi la ricerca di collegamenti col flusso di denaro, furono gli strumenti più importanti che Ness seguì sostenuto da Hoover che li introdusse per poter ottenere prove senza che fossero in troppi o gli stessi criminali a venirne a conoscenza.
Contemporaneamente il governo approvava leggi che punivano severamente l’evasione fiscale e questo fu un altro dei capisaldi che permisero di arrestare criminali e mafiosi che per anni hanno terrorizzato l’America.
Hoover capo dell’Fbi costruì negli anni dossier imbarazzanti su tutti i politici, che temendolo non lo avrebbero toccato. Così era riuscito a sopravvivere a sei presidenti, Roosevelt, Truman, Eisenhower, Kennedy, Johnson e Nixon, anche se quasi tutti lo odiavano.
Questo gli permise di tenere in pugno molti politici, giudici, banchieri, grandi imprenditori, oltre a garantirgli la massima sicurezza, perché nessuno avrebbe osato mettersi contro.
Intercettazioni utilizzate in Mani Pulite, il Pool messo in piedi da Saverio Borrelli, per condurre la più grande inchiesta sulla corruzione mai vista in tutta Europa, un primato tutto italiano.
Inchiesta che ha visto ben 3450 indagati che ha decapitato i vertici dei più grandi partiti di governo che ha portato alla luce il più colossale sistema corruttivo tra politica, imprenditoria e istituzioni della storia, svelando rapporti criminosi tra politici e massoneria, imprenditori,e uomini dello Stato.
Le intercettazioni e l’evasione fiscale sono due fili conduttori che si ricollocano nel contrasto al crimine, ma c’è anche un altro aspetto, dove la privacy può essere utilizzata a proprio vantaggio da soggetti interessati facenti parte delle istituzioni.
Ecco per poi giungere al caso Berlusconi, la sentenza farsa che lo ha scagionato dal Rubyter.
Berlusconi, “Come Al Capone” Il gangster, che la giustizia americana non riuscì mai ad incastrare per le sue attivita’ criminali e che finì al fresco per evasione fiscale.
Come J. Edgar Hoover un anzianotto ossessionato dai comunisti e gran parte delle informazioni che Hoover catalogava nei suoi dossier privati arrivavano probabilmente da mafiosi.
Come è possibile che non sussista un caso, quando in precedenza sono stati condannati altri soggetti coinvolti che hanno ammesso cosa avveniva durante le cene galanti e tutte le Olgettine, pagate attraverso il commercialista di Berlusconi?
Se il caso non sussiste e nulla è accaduto, per quale motivo 345 parlamentari di destra, in primis Meloni, giurarono il falso, mentendo sul caso che non sussiste, affermando che la diciassettenne Ruby, ragazza di facili costumi minorenne, marocchina, fu fatta passare per la nipote del premier egiziano Mubarak creando un caso internazionale?
Ai posteri l’ardua sentenza.
Valerio Zini, Ferny Zillo